PAROLE IN CAMMINO
42 - La vita la attraversiamo a piedi. Non ci muoviamo con l'automobile
o in bicicletta. Perciò occorre vagliare con attenzione quello che
mettiamo nello zaino della nostra vita. Non possiamo portarci dietro
tutto, ma soltanto quello di cui abbiamo davvero bisogno per procedere
lungo il cammino. [...] 41 - Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi. Italo Calvino 40 - Ballata del pellegrino
Andiamo di primo mattino 39 - Perchè mettersi in cammino, affrontare fatiche e distanze considerevoli, rinunciare per giorni agli agi a cui si è abituati? La risposta varia da persona a persona: sempre, però, si tratta di qualcosa che nasce dal cuore, come esigenza di una vita più autentica. Spesso all'origine di tale decisione, c'è una storia: il racconto di un amico, la lettura di un libro, la conoscenza di un'antica tradizione, la navigazione su un blog... Si tratta, alla fine, di seguire qualcuno che ci ha preceduto, di fidarsi delle sue parole, perchè c'è un'esprerienza che si vorrebbe vivere anche sulla propria pelle. Farsi pellegrini implica abbandonare il proprio modus vivendi, per intraprendere un'esperienza da cui ci si attende qualcosa di nuovo. Si affrontano il fascino e la paura dell'ignoto, ci si mette alla prova nel corpo e nello spirito, ci si priva di garanzie e di comodità, attirati dalla possibilità di scoprire valori significativi ed affidabili ragioni di speranza. Sotto sotto c'è il desiderio - magari il progetto - di cambiare qualcosa nella propria vita, iniziare un altro modo di capire e gestire se stessi. Per questo il pellegrinaggio è sempre un gesto "religioso", che si avvicina alla dimensione trascendente dell'esistenza e allo stesso mistero di Dio. Si può percorrere una via di pellegrinaggio con le motivazioni più diverse, ma, se non ci si lascia irretire dai pregiudizi, si sperimenta qualche forma di "conversione": torna a casa una persona un po' diversa, che il cammino ha trasformato. Paolo Giulietti 38 - "Vergine del silenzio, che ascolti la parola e la conservi, donna del futuro, aprici il cammino..." Domenico Machetta 37 - Uomo, che cosa cerchi? Cerco ragioni di vita che diano senso al mio esserci e all'esserci del mondo. Uomo, chi cerchi? Cerco chi offre ragioni che aprano la vita al senso. Chi? Ho bussato alla porta della mia quotidiana esperienza (il pellegrinaggio alla ricerca di pane, di conoscenza e di amore); sono sceso nel mio cuore (il pellegrinaggio delle profondità a dar voce ai desideri e alle ispirazioni profonde); ho teso l'orecchio alla voce dei saggi del villaggio e ho varcato la soglia della scienza, della filosofia, della psicologia, della sociologia e di altro ancora (il pellegrinaggio nelle regioni della cultura); infine ho ascoltato la parola delle religioni (il pellegrinaggio nei grandi racconti di senso). Un cercare e un mendicare mosso da una domanda incisa nell'anima e nella carne: perchè sono stato gettato nel mondo, a farci che cosa, e perchè vengo gettato via dal mondo? Risposta non c'è, dicono alcuni; risposta c'è, dicono altri. Risposta è salare di dubbio la certezza degli uni e degli altri e, in umiltà, provare a partire da sè come creature di bisogno e dalla riflessione su di sè come creature di bisogno nella speranza di pervenire almeno a un abbozzo di risposta. [...] Vita nel senso è quella che ha il coraggio della verità a partire dalla propria esperienza, che ci rivela come dipendenti dall'altro, sia esso un pane, un tu che ci riconosce, una pagina, un sogno. Insensato è il negarlo. Vita nel senso è quella che ha il coraggio della verità a partire dalla propria esperienza, per leggere l'altro alla stregua di se stessi, creature nel bisogno che ci interpellano. E si capisce perchè si hanno due mani: l'una per accogliere e l'altra per donare. Insensato è il negarlo. Giancarlo Bruni 36 - Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre. Libro di Geremia 35 - Aver realizzato fisicamente un pellegrinaggio non ti rende più eroico o importante rispetto agli altri, ma, al contrario, ti consente di valorizzare i tuoi limiti, le tue debolezze, le tue capacità di ascolto dell'altro. Camminare, in realtà, è una metafora della vita: gioie, dolori, vittorie, sconfitte, amori, delusioni... Il tutto nel segno di un valore che mai, qualunque cosa ciascuno viva, deve perdere: la speranza! Infatti peregrinare insegna che, anche quando tutto sembra perduto, la speranza può riaccendere la luce nella nostra esistenza, rivitalizzando tutti gli altri valori e sentimenti che, a volte, non riusciamo a vedere più o paiono smarriti: la fede, l'amore, la felicità. Alfonso Curatolo 34 - Quando il tuo battello, ancorato da molto tempo, ti lascerà l'impressione di essere una casa , quando il tuo battello comincerà a mettere radici nell'immobilità del suolo, prendi il largo. E' necessario salvare a qualunque prezzo l'anima viaggiatrice del tuo battello e la tua anima di pellegrino. Helder Camara 33 - La Bibbia, sin dai suoi primi libri, narra che proprio lì, lungo la strada, in cammino, che i due partner dell'Alleanza, Dio e il popolo eletto, impararono a conoscersi, camminando fianco a fianco o, il più delle volte, uno dei due davanti a dare il ritmo e la direzione, l'altro dietro ad arrancare pieno di dubbi e tradimenti. Dandosi anche l'eventualità, davvero affascinante oltre che comoda, che uno dei due si prenda in braccio l'altro durante il percorso, come una mamma fa con il proprio bambino. E davvero non si diede mai camminare più bello e affascinante di questo! Fabio Scarsato 32 - "Dovunque io vada, tu sei il compagno che mi tiene per mano e mi conduce. In questa strada dove cammino, tu sei il mio solo sostegno. Al mio fianco porti il mio fardello. Andando, se sragiono, tu mi sollevi dai miei errori: le mie resistenze le hai mandate in pezzi, Dio tu mi spingi sempre avanti" Tukaram 31 - ELOGIO DEI PIEDI Perché reggono l’intero peso. Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi. Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare. Perché portano via. Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta. Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali. Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica. Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare. Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura. Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin. Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante. Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio. Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo. Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella. Perché non sanno accusare e non impugnano armi. Perché sono stati crocefissi. Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio. Perché, come le capre, amano il sale. Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte. Erri De Luca 30 - "Nessuno è solo sul cuore della terra". Nessuno è randagio sulle strade dell'esistenza: Gesù ci vuole bene e resta per sempre in mezzo a noi, Pellegrino nascosto eppure eternamente presente. La misura scossa e traboccante della bontà divina che mi è stata riversata in grembo, il talento prezioso che tento di trafficare con amorosa sollecitudine mi offrono lo straordinario e singolare dono di poter essere pellegrina e forestiera, povera e sorella, piccola e felice nella via del vangelo, sulle orme del Signore Gesù Cristo che un giorno ha bussato alla mia porta e che ha ridestato l'urgenza di seguirlo oltre i miei angusti confini, oltre i miei noti limiti, cercando di mettere nel mio zaino solo ciò che è essenziale in ordine al regno" Suor Nadiamaria, clarissa 29 - "Il pellegrinaggio a piedi è un'esperienza umana antichissima di preghiera e di ricerca. Una ricerca attraverso un metodo diverso da quello meramente intellettuale. Il pellegrinaggio utilizza l'esperienza come metodo di ricerca. L'atteggiamento disincantato e scettico e anche un po' annoiato, tipico della ricerca meramente intellettuale, è agli antipodi dello stupore dei pellegrini, atteggiamento che rivela una apertura al reale della persona ad accorgersi di ciò-che-accade." Davide Gandini 28 - "All'inizio del Cammino, si pensa enormemente. La scomparsa di tutti i punti di riferimento conosciuti, l'avanzata verso una destinazione così lontana da sembrare inaccessibile, l'impressione di nudità suscitata nel camminatore dall'immensità che lo circonda, tutto è propizio a una forma particolare d'introspezione che soltanto l'aria aperta può produrre. Si è soli con se stessi. Il pensiero è l'unica presenza familiare; esso permette di ricreare dialoghi, di richiamare ricordi che sentiamo particolarmente vicini a noi. Il camminatore ritrova con commozione se stesso come se incontrasse d'un tratto una vecchia conoscenza. Proiettato nell'ignoto, nell'altrove, nel vuoto, nella lentezza, nella monotonia, nell'interminabile, lascia che il suo pensiero si rannucchi nell'intimità di se stesso. Tutto diventa esaltante e bello; i ricordi, i progetti, le idee. Ci si sorprende a ridere da soli." Jean-Christophe Rufin 27 - "Da sempre i monti sono ritenuti un luogo privilegiato per l'incontro con il divino. La loro altezza ridimensiona il mondo umano, i rumori non arrivano, le notizie non interessano, e di fronte alla vastità e alla consistenza della natura, il mondo degli uomini finisce inevitabilmente per apparire quello che realmente è, un fenomeno piccolo, provvisorio, effimero. La mente si ritrova così al cospetto di una più vasta e più vera dimensione dell'essere e percepisce che lì, sul monte, dove il cielo entra in contatto con la terra e le nuvole con le rocce, e dove il silenzio avvolge ogni cosa, c'è la possibilità di abbandonare la rumorosa pesantezza del quotidiano e di riscoprire un'origine dimenticata, ma tuttavia radicata dentro di sè: e così nella mente sorge il desiderio di rinnovarsi nella luce dell'esperienza dell'eterno" Vito Mancuso 26 - "Non cercate la Via negli altri, in luoghi isolati. La Via esiste sotto i nostri piedi" Tozan 25 - "Guidami oltre, Luce gentile, nell'oscurità che mi circonda, guidami oltre! La notte è buia e io sono lontano da casa. Guidami oltre! Non chiedo di vedere la scena distante. Un passo mi è sufficiente" John Newmann 24 - "Il pellegrino entra in un altro tempo e in un altro spazio. Tornare ad andare a piedi, a vivere ad un'altra velocità, a vivere nella fatica e nella gioia, a dire il Rosario, a ritrovare il gusto dell'acqua e dell'ombra e del vento, del pane e del vino, a incontrare donne e uomini senza il solito perfido non avere tempo. Accorgersi, accorgersi, accorgersi di tutto e che tutto è un mistero e che tutto è un dono. Accorgersi pregando di cosa sia mai davvero ciò che chiamiamo preghiera. Accorgersi - pur capendo così poco o niente - con un brivido profondo, che è proprio tutto vero. In una parole: farne esperienza personale. E nelle lunghe ore da soli, la rivisitazione della propria vita passata, le persone, le situazioni, le scelte, come una macchina del tempo. E tutto da un'angolazione spesso nuova, inedita. E' allora che scatta a volte il fenomeno, improvviso, inatteso, commovente del comprendere, magari anni e anni dopo, con un sobbalzo interiore colmo di stupore. Comprendere davvero quello che si credeva di avere già capito" Davide Gandini 23 - "Amo sopra ogni cosa camminare da solo nella natura. In questa solitudine, ho il tempo di far entrare nel mio pensiero le persone che amo. Nella solitudine dei miei passi, cammino con un esercito di persone. So che, in un modo o nell'altro, questo cammino è benefico per loro. Nel grigiore dell'ambiente che attraverso scintilla una luce che ci mette tutti in relazione. Sulla strada non sono mai solo. So che c'è una mano che veglia su di me e che mi guida" Sébastien de Fooz 22 - "Se vuoi camminare veloce, cammina da solo, ma se vuoi andare lontano, cammina con gli altri" Proverbio africano 21 - "Sono una parte di tutto ciò che ho trovato sulla mia strada" Alfred Tennyson 20 - "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perchè non inciampi nella pietra il tuo piede" Salmo 91 19 - "Penso che i pellegrini siano gli ingranaggi di un meccanismo celeste. Piantando la punta del bastone nel suolo per lasciarcelo alle spalle, in una fila ininterrotta ed ostinata, noi, i pellegrini di san Giacomo, da secoli, facciamo girare il pianeta" Alix de Saint- André 18 - "La Bibbia stende davanti ai camminatori un tappeto di parole, che apre, come una guida, le vie su cui procedere" Jean Pierre Sonnet 17 - "Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio" profeta Michea 16 - "La strada (pensiamo agli incontri del Cristo e con Lui) è il luogo dove il divino si palesa e annuncia: attraverso miracoli, conversioni, salvazioni, ravvedimenti. Quanti si sono convertiti e sono diventati santi, quanti sono stati "chiamati" mentre erano in cammino o per questo si sono messi in cammino? Una moltitudine. Anche il non credente (se donna o uomo che rinviene nel dubbio una sua religiosità profonda) a suo modo aspetta che lungo le vie tortuose della sua interiorità un evento lo sorprenda a tal punto da rivelargli quel che non sapeva di sapere. L'etica del viandante (e non dell'errante che girovaga a caso nella disperazione) è ispirata dalla certezza di assolvere un compito morale. Soltanto per il fatto che rifiuta l'immobilità e ingaggia discorsi con chi incontra per via: ogni laico che adotta questo comportamento sa di essere ora sulla via di Emmaus, ora sulla via del Samaritano" Duccio Demetrio 15 - "Il sentiero, quasi come la strada, è un ricordo inciso nel vivo della terra, una traccia che si esprime nelle nervature del suolo. Un ricordo quasi immateriale, infinitesimale, l'infinita serie di viandanti che sono passati di qui nel corso del tempo, legame solidale che unisce le generazioni attraverso il paesaggio. La firma minuscola di ogni passante vi è inscritta, seppure indiscernibile. Chi cammina sfiora la superficie della strada, camminare è accarezzare la terra, il passante è come un soffio. Imboccare le strade a piedi porta a mettersi nei passi degli altri camminatori sul filo di una complicità invisibile ma reale. La strada è una cicatrice di terra in mezzo al mondo vegetale, minerale, una vestigia dell'attività dell'uomo, del suo carattere di passante. Il suolo battuto da miriadi di passi impressi per un tempo brevissimo è una traccia di umanità, nella sua fragilità e nel suo fervore di esistere" David Le Breton 14 - "Simile alla nuvola estiva che, in armonia con il firmamento e la terra, naviga libera nel cielo azzurro da un orizzonte all'altro, portata dal soffio dell'atmosfera, così il pellegrino si abbandona al soffio della vita più vasta che lo conduce al di là dei più lontani orizzonti, verso una meta che è già in lui, ma ancora celata alla sua vista" Lama Anagarika Govinda 13 - "Il pellegrino si riconosce dal bagaglio, come dall'abito. Il bagaglio indica l'uomo. Perchè naturalmente alla fine bisogna chiudere lo zaino, metterlo in spalla e partire. Molti durante il cammino lo alleggeriranno ulteriormente, donando o rispedendo indietro ciò che è di troppo. La strada porta a tendere all'indispensabile, che alla fin fine si riduce a poco: un cammino di lunga durata chiede di operare in fretta le scelte che si impongono. E in questo forse consiste in profondità la natura del pellegrinaggio: lenta spoliazione per raggiungere gradualmente l'essenziale, che è interiore e indicibile" Jacques Nieuviarts 12 - "Conoscete le leggi del gioco della dama? Ve le dirò io. Primo: non è permesso fare due passi alla volta. Secondo: è permesso solo andare avanti e non tornare indietro. Terzo: quando si è arrivati in alto, si può andare dove si vuole" Martin Buber 11 - "Camminare è un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio. Prevede uno stato d'animo, una lieta umiltà davanti al mondo, un'indifferenza alla tecnica e ai moderni mezzi di trasporto o, quantomeno, un senso della relatività delle cose. Fa nascere l'amore per la semplicità, per la lenta fruizione del tempo" David Le Breton 10 - "Oggi penso che il viaggio è una parola nobile e si riferisce solo a chi lo fa a piedi. I nostri biglietti andata/ritorno verso località più o meno remote sono da chiamarsi spostamenti. Viaggio è cammino senza biglietteria e data di ritorno. Viaggiano i migratori che traversano a piedi Africa e Asia, per togliersi il bagaglio dalle spalle in faccia al Mediterraneo. Viaggia il pellegrino che va a Santiago, a La Mecca. Viaggio era la salita annuale verso Gerusalemme per la Pasqua ebraica, pronunciando lungo il pensio i quindici salmi detti delle "salite". Gesù si spostava a piedi. Salì sopra la nobile cavalcatura dell'asina solo per consegnarsi all'ultima stazione" Erri De Luca 9 - "Camminare significa aprirsi al mondo. L'atto del camminare riporta l'uomo alla coscienza felice della propria esistenza, immerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi. E' un'esperienza che talvolta ci muta, rendendoci più inclini a godere del tempo che non a sottometterci alla fretta che governa la vita degli uomini del nostro tempo. Camminare è vivere attraverso il corpo, per breve o lungo tempo. Trovare sollievo nelle strade, nei sentieri, nei boschi non ci esime dall'assumerci le responsabilità che sempre più ci competono riguardo ai disordini del mondo; ma permette di riprendere fiato, di affinare i sensi e ravvivare la curiosità. Spesso camminare è un espediente per riprendere contatto con se stessi." David Le Breton 8 - "Il camminare, che in fondo è vivere nella natura e secondo la nostra natura umana, ci insegna inoltre la pazienza e l'accettazione dei nostri limiti e ci fa conoscere noi stessi, perchè ci impone di andare alla "nostra velocità" e non quelle imposte da altri o da altri copiate. Importante è la pazienza, la cui mancanza è un limite del nostro tempo, perchè siamo figli dell'automatismo. Vogliamo tutto e subito, pretendiamo tutto e subito. Invece il cammino talvolta impone dei "no", insegnandoci che la meta si raggiunge facendo pazientemente un passo dopo l'altro" Caesar Atuire 7 - "Qualche volta è necessario uscire dalla quotidianità, dal mondo dell'utile, dell'utilitarismo, uscire solo per essere realmente in cammino verso la trascendenza; trascendere se stessi, trascendere la quotidianità e così trovare anche una nuova libertà, un tempo di ripensamento interiore, di identificazione di se stesso. Il pellegrinaggio è anche questo: non solo uscire da se stesso verso il più grande, ma anche un andare insieme. Il pellegrinaggio riunisce: andiamo insieme verso l'altro e così ci ritroviamo reciprocamente" Benedetto XVI 6 - "Il pellegrino è colui che cerca, accettando l'incalcolabile rischio di trovare veramente. A differenza di tutti gli intelettuali che cercano per cercare, ma in fondo hanno paura di trovare. Perchè trovare significa non essere più quello che si era prima. E' cambiare. E' morire. Per rinascere." Davide Gandini 5 - "L'uomo è spinto da una nostalgia struggente. Un disagio lo rende inquieto; un dolore lo porta a tornare alla sua vera casa. In nessun luogo trova la patria stabile del suo desiderio. Per questo è essenzialmente viator, camminatore. Eccentrico di natura, nel senso che ha fuori di sè il suo baricentro, la sua natura è divenire ciò verso cui tende. Per questo è sempre in ricerca della sua verità e non è mai in pace, fino a quando non trova ciò per cui è fatto e verso cui lo porta il suo cuore. L'uomo è essenzialmente desiderio, apertura ad altro, anzi all'Altro" Giuseppe Grampa 4 - "L'universalità di Dio consiste nella molteplicità infinita dei cammini che conducono a lui, ciascuno dei quali è riservato ad un uomo. [...] Dio non dice "Questo cammino conduce fino a me, mentre quell'altro no"; dice invece "Tutto quello che fai può essere un cammino verso di me, a condizione che tu lo faccia in modo tale che ti conduca fino a me" Martin Buber 3 - "Essere pellegrini è lasciare il proprio luogo e rompere con il quotidiano. Lasciare la cerchia familiare della casa, del quartiere, del villaggio o della città, della gente che si conosce, dei riferimenti divenuti troppo familiari o senza speranza. E' rompere il ritmo del lavoro dove l'uomo lentamente regredisce di fronte agli imperativi economici o tecnici. E' esporsi alla novità, alla sorpresa, alla differenza, all'incontro. Non c'è nulla che dica in anticipo chi si incontrerà lungo la strada, ma, con appena un velo di apprensione, il pellegrino spera nell'incontro. Partire significa perdere dei punti di riferimento nella speranza immensa, o folle, di guadagnare tutto" Jacques Nieuviarts 2 - "La figura del pellegrinaggio è quella che meglio descrive la spiritualità contemporanea, soprattutto delle nuove generazioni: ricerca, più che possesso; domande più che certezze; nostalgia più che appagamento. Una spiritualità che accetta il rischio, che procede per prove ed errori, che sente il fascino dei grandi orizzonti, ma anche la grande fatica dei piccoli passi. Una spiritualità che, avendo rinunciato alla potenza unificatrice dell'ideologia, vive in bilico tra l'essere frammento tra gli altri frammenti in cui si dispiega l'esistenza e il divenire filo conduttore - sottile, ma robusto - di tutte le esperienze della persona." Paolo Asolan 1 - "Non posso fare a meno di pensare che la fede è una ricerca e che deve metterci in moto, fare di noi gente che cammina... Dio non si lascia raggiungere facilmente. Bisogna avere l'anima del nomade per trovarlo..." Theodore Monod |